Emozioni e sensazioni – Primo giorno
La mattina prima di arrivare al Babadogo Center tutto è nuovo, mi sento come un bambino, mi guardo attorno un po’ a destra e un po’ a sinistra facendo viaggiare la mia mente; man mano che mi avvicino alla nostra destinazione le strade diventano sempre più strette, polverose e trafficate, persone sdraiate sui prati ed altri che camminano.
L’agitazione inizia a salire, sento che la nostra vera e reale esperienza sta per avere inizio.
Appena scesi dal pulmino, sento decine di occhi puntati su di me e sui miei compagni di viaggio; ogni nostro movimento, è seguito da occhi attenti e pieni di paura.
Grecie ci fa incontrare le mamme… tutte giovani, quasi mie coetanee…. appena ci siamo seduti, iniziamo a presentarci, a conoscerci.
Fin dalle prime parole si sente un clima pesante con forti richieste di aiuto.
Una mamma, ad esempio, ci ha descritto la sua situazione: soffre di forti dolori alla schiena dovuti al fatto che la sua bimba di 6 anni è impossibilitata a muoversi e lei è costretta a sollevarla senza avere la possibilità di avere a disposizione una carrozzina con la quale potersi muovere agilmente.
Concluso questo incontro con un arrivederci a domami, siamo andati alla Shalom House dove abbiamo conosciuto e lavorato con alcuni fisioterapisti di Nairobi.
Un incontro emozionante anche se apparentemente meno coinvolgente perché non ha portato con sé quel carico di dolore che abbiamo trovato nelle mamme.
Ho concluso la giornata con una riflessione… nel mondo ci sono tante, troppe ingiustizie; oggi ci siamo incontrati con una di queste: come si fa a vivere in una realtà dove vieni considerata una persona che porta dentro di sé un diavolo e per questo vieni emarginata sia dalla tua famiglia sia dalla comunità.
Chi si trova in questa situazione, da sola, a 20 anni, difficilmente riesce a non arrendersi ed a trovare la forza di andare avanti.
Alessio